Con le mani crescono i segni

Su iniziativa della Fondazione Odalys e della Signum Foundation, con il supporto del Museo Nazionale e Centro di Ricerca di Altamira (Ministero della Cultura e dello Sport di Spagna) vengono presentati a Palazzo Donà, diversi site-specific projects realizzati da: Ruth Gómez, Nuria Mora, Daniel Muñoz e Sixe Paredes. un insieme di micro-racconti del territorio personale di ogni artista, un territorio che è pubblico -oggi- ma anche inespugnato, per il suo carico storico. Un’opera multipla nell’atrio interno, sotto forma di un grande assemblage di immagini e suoni, fornito dal Museo Nazionale e Centro Ricerche di Altamira, evoca la Grotta di Altamira.
All’inizio del ventesimo secolo, la storia dell’arte ha considerato l’interrelazione tra le rappresentazioni pittoriche nelle grotte preistoriche e l’arte, nonché il loro spostamento verso “interferenze” o interrelazioni con l’arte del nostro tempo. With hands, signs grow - Con le mani, crescono i segni, rimanda alla possibilità dell'incontro tra le pieghe del tempo.
Il rifugio naturale (la grotta) in contrapposizione alla protezione della giungla del nostro tempo, nelle parole di Brassaï, Vero e complesso dispiegamento di immagini e forme artistiche, che tentarono di avanzare nella penombra in molteplici direzioni e così, in Spagna, Picasso e Miró, gli artisti della “Scuola di Altamira”, “El Paso”, “Parpalló” o gli “Indalianos”, hanno guardato verso quei misteriosi primi creatori preistorici. Anche Tàpies e la sua comunicazione su un muro che era “cosmico”, mentre Chillida, Miró, Oteiza o Palazuelo vi ebbero parte della loro prima immemorabile ispirazione, alla maniera di Brâncuși.
Nel Palazzo Donà, tra le sue mura piene di storia, viene mostrato un progetto curatoriale pensato con un gruppo di artisti che svela l'invocazione dei valori transumani che portavano quei segni della preistoria come chiavi di lettura di quelle immagini, come una meraviglia della figurabilità: la resistenza, la richiesta dell’equilibrio tra quello che ci circonda e la natura, il ritrovo con il mondo animale (esistente e utopico) e la fissazione della personalità e il corpo di chi traccia le impronte. In questo modo nella loro creazione sulle pareti si può trovare un nuovo tempo, quello uscito dalla disperazione e dall’ansia recenti per ritrovare l’arte come manifestazione di speranza che tenta l’equilibrio tra l’essere umano e l’ambiente, i corpi e questa terra disprezzata (o hai detto desolata Thomas?).
Alfonso de la Torre

Curatore: Alfonso de la Torre
Artisti: Ruth Gómez, Nuria Mora, Daniel Muñoz, Sixe Paredes
Direttore Artistico del Progetto: Juan Carlos Moya
Project Manager: Paulina Przyborowska

Info

Ruth Gómez, Caves
Si è laureata in Belle Arti presso l’Università di Salamanca, ha partecipato a fiere internazionali come Art Dubai, Art Lisboa e ARCOmadrid e il suo lavoro è stato esposto in musei come il CAC di Malaga; MNBA a Buenos Aires; e il MOCA di Seoul, tra gli altri. Ha esposto individualmente nelle gallerie Oliva Arauna, La New Gallery e La Juan Gallery di Madrid; Mario Sequeira a Braga; Galleria Jozsa a Bruxelles o nell’Espacio Marzana a Bilbao. Ha ricevuto il premio Arti Plastiche
e Fotografia dalla Camera di Commercio Spagnola in Francia e ha ricevuto una borsa di studio dal Ministero della Cultura presso il College of Spain di Parigi, MUSAC e altri. Ha pubblicato diversi libri d’artista, ha collaborato con il Museo Guggenheim di Bilbao ed è presente in collezioni come quelle del MUSAC, ARTIUM, CAC, MAS, il Coca Foundation -Cola o Reina Sofía. Vive e lavora a Madrid.

Ruth Gómez ha sviluppato Caves | Grotte, un grande insieme di opere murali che, a titolo di studio, e prendendo come riferimento
la sintesi e l’astrazione delle immagini paleolitiche, approfondisce il processo creativo più primitivo e puro. Mira a catturare ciò che era importante per i nostri antenati: la Madre Terra, attraverso paesaggi che mostrano l’ambiente, i luoghi vicino alla Grotta di Altamira, e anche ciò che si sarebbe visto dalla caverna verso l’esterno (la visione soggettiva dell’uomo preistorico); dall’altro lato gli animali, principalmente cervi,
cavalli, cinghiali, bisonti e capre, e infine,
la fertilità, la spiritualità e i segni astratti. Attraverso l’insieme delle opere, lo schema costruisce una narrazione che mira a suscitare curiosità. L’opera include l’importanza del processo e allude alla memoria e al territorio dell’apprendimento come luogo di rifugio personale. Il passato ancestrale dei dipinti preistorici e le espressioni artistiche moderne si fondono in un murale dove alcune immagini sono basate sulla realtà e altre sulla finzione. Contempliamo i pesci nella loro boccia di vetro.

Nuria Mora, XYZ- Transcending physical limits
Nuria Mora ha iniziato la sua carriera
artistica incentrata esclusivamente sulla pittura murale,utilizzando una varietà di supporti e mezzi come pittura, luce, suono, trascendendo il mero intervento furtivo e portandolo a un livello più universale.Ha studiato Architettura d’Interni al Politecnico di Madrid ETSAM e Belle Arti nella Facoltà di Belle Arti dell’Università Complutense di Madrid, contemporaneamente ha realizzato numerosi interventi in diverse città del mondo e ha iniziato un tour parallelo in gallerie commerciali e fiere d’arte, la sua prima fiera è stata Arco 05. Il suo lavoro è stato esposto in gallerie e musei internazionali in luoghi come San Paolo, Svezia, Paesi Bassi, Germania, New York, Pechino, Città del Messico, tra questi spiccano: Tate Modern a Londra, Fondazione Joan Miró a Barcellona, Le Pilori a Niort, Francia, o la Fondazione Pilar e Joan Miró a Maiorca, e il Museo di Arte Contemporanea di Johannesburg. È anche membro del collettivo “Equipo Plástico”.

Xyz Transcending Physical Limits mira a costruire mentalmente uno spazio e ricreare una storia da un’ampia opera mobile sottoposta a diverse prospettive. Partendo dal fatto singolare della scoperta casuale e le circostanze, proponeun’opera bidimensionale composta da diverse tele, che si dispiegano lungo gli assi x, y e z e simulano il modo
in cui abbiamo scoperto poco a poco la grotta ed è stata accreditata nel tempo dagli esperti.Partendo da una prima opera non dispiegata —in formato quadrato e con tele di lino— si apre come un polittico in più fasi, passando dai colori nero, ocra e rosso (usati ad Altamira) alla tavolozza dell’artista. Questo dispiegamento usa il colore come scusa per parlare dell’evoluzione dell’uomo, dal primitivo all’uomo di oggi,mentre lo spazio tridimensionale creato emula l’importanza di Altamira come luogo di incontro.

Daniel Muñoz, Drag image
Daniel Muñoz Ha iniziato la sua carriera artistica incentrato esclusivamente sulla pittura di murales. Ha studiato presso la Facoltà di Belle Arti dell’Università Complutense di Madrid, contemporaneamente realizza numerosi interventi nelle città europee, stabilendo il disegno come strumento base del suo linguaggio. È incentrato sull’arte murale e il suo discorso ha sempre affrontato problemi legati alla modificazione dell’ambiente da parte dell’individuo. Tutte le sue opere intrecciano codici provenienti da differenti campi come la storia, l’antropologia, il linguaggio pubblicitario e la cultura popolare. Ha realizzato numerosi interventi e esposizioni in città europee, nordamericane, sudamericane, asiatiche e mediorientali. Spiccano alcuni centri artistici come il BACC Museum di Bangkok (Tailandia), la Galleria Nazionale d’Arte di Amman
(Jordania), il CEART (Fuenlabrada, Madrid) e gallerie come Walter Otero (Puerto Rico) e Luis Adelantado (Valencia).

Drag image è basato in due proposte concettuali radicate nella qualità dell’arte come strumento di trasformazione dell’ambiente simbolico, fisico e sociale: da un lato, solleva una serie di idee sul potere delle immagini di costruire lo spazio del comune, e dall’altro, affronta una serie di questioni intorno all’attuale iper-accesso alle immagini rivedendo idee e forme radicate nell’arte parietale. Mette in evidenza diversi substrati storici che mostrano l’importanza del disegno di murales come primo linguaggio costruttivo dell’umanità. Si propone di mostrare che, fin dal Paleolitico, la congiunzione di disegno e architettura è stata legata alla coesione sociale e al fondamento del pensiero comune.
Chiunque si sia accucciato e abbia strisciato sottoterra lungo un passaggio completamente buio per più di un chilometro, sia scivolato lungo argini di fango e abbia guadato laghi oscuri e fiumi nascosti per affrontare, alla fine di un viaggio così pericoloso, con un’immagine non potrà mai più essere lo stesso.
David Lewis Williams.

Sixe Paredes, Paleolithic Futurism
Sergio Hidalgo Paredes, noto come SIXE PAREDES, lavora con vari formati artistici come la pittura, la scultura e le installazioni. Un universo astratto di colore dotato di forme e simboli che mostrano un’estetica molto personale, che talvolta include una crittografia numerica, che attraverso quelli che lui stesso chiama “circuiti” fa “collegare” lo spettatore con un’altra realtà più profonda. Il suo lavoro rappresenta uno dei riferimenti spagnoli più importanti in termini di arte urbana. Il suo lavoro è stato esposto in spazi e gallerie
di tutto il mondo, nonché in istituzioni di prim’ordine come il Tate Modern, Londra, di cui ha dipinto la facciata nel 2008 alla mostra “Street Art”. Attualmente, continua la sua carriera unendo sia il pubblico che l’intimo, attraverso interventi artistici in strada e un lavoro costante nel suo studio.

Paleolithic Futurism parte dal momento in cui gli antichi maestri del Paleolitico venivano invocati dalle forme delle cavità delle grotte. Da quel momento in cui si è generato un dialogo tra il loro essere più profondo e lo spazio che li circondava. La serie di dipinti che realizza
ci raccontano opere riflessive, ipnotiche e profonde, evocando un linguaggio che rimanda a diverse dimensioni e direzioni nello spazio. Opere in cui si generano una moltitudine di forme geometriche e lineari, che si uniscono in un’infinità di strati sovrapposti. Parliamo anche di simbolismo come riflesso dell’essere umano, che coglie le sue esperienze lasciando un segno e una permanenza in codici perduti nel tempo. Rivivendo così l’esperienza plastica visionaria, che unisce il passato con il momento presente.

Programma:

Autori della mostra:

Orari di apertura

da Martedi a Domenica
dal 23 aprile al 25 settembre, ore 11 - 19
dal 27 settembre al 27 novembre, ore 10 - 18

Signum Foundation Palazzo Donà
Campo San Polo 2177, 30125 Venezia

Social Wall

Gli ultimi aggiornamenti dal nostro mondo digital